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bene [b$ne] avv. e s. m. — tronc., come avv.: ben è vero che quella grandine di concettini e di figure non continua così alla distesa per tutta l’opera [b$n H vv%ro ke kkU%lla gr#ndine di kon©ett&ni e ddi fig2re noj kont&nua koS& alla diSt%Sa per t2tta l 0pera] (Manzoni); tutto ben vicino, ben stretto e ben pigiato [t2tto b$n vi©&no, bHn Str%tto e bb$m piJ#to] (De Amicis); ci sono delle ben strane cose, però, a questo mondo [©i S1no delle bHn Str#ne k0Se, per0, a kkU%Sto m1ndo] (D’Arzo); ben sicuro, ben certo, ben persuaso, ben poco, ben scarso, ben centomila, ben trenta giorni, ben un mese, è ben altro, è cosa ben diversa, disse di no ben a ragione (tutti casi, questi, dove ben dà enfasi al termine che lo segue, e il tronc. è d’obbligo anche davanti a voc. o a s + cons.); e ancóra, in espressioni più o meno fisse: ben detto!, ben venuto! (cfr. benvenuto), ben venga!; ben vestito (cfr. benvestito), ben conciato, non ancora ben guarito; per ben che ti vada… (cfr. benché), ben ti sta!; se ho ben capito…, a ben vedere…, vorrei ben vedere!, ben lo sappiamo; in qualche proverbio: ride ben (o bene) chi ride l’ultimo; in qualche reminiscenza lett. (come aver ben onde o aver ben donde «averne un buon motivo»): Or ti fa lieta, ché tu hai ben onde [1r ti fa lL$ta, ke ttu #i bHn 1nde] (Dante) — se raddoppiato, sempre come avv., in certi casi con tronc.: lo picchiò ben bene, duramente; in altri casi senza tronc. (come in conoscere bene bene «a fondo, sul serio»): bisognava che due si conoscessero bene bene tra di loro, per aprirsi sur un tale argomento [bi@on’n’#va ke dd2e Si konošš%SSero b$ne b$ne tra ddi l1ro, per apr&rSi Sur un t#le argom%nto] (Manzoni); a maggior ragione, senza tronc. se usato come espress. ellittica ripetuta: io m’affanno per voi, e non sono creduto: bene bene; cavatevi d’impiccio come potete [&o m aff#nno per v1i, e nnon S1no kred2to: b$ne b$ne; kav#tevi d imp&©©o k1me ppot%te] (id.) — tronc. in pochi casi come s. m. sing.: le genti dolorose C’hanno perduto il ben de l’intelletto [le J$nti dolor1Se k #nno perd2to il b$n de ll intell$tto] (Dante), qui «la visione di Dio» o sim.; anche in modi di dire fam.: ha perduto il ben dell’intelletto, qui «il senno»; gli vuole un ben dell’anima; ogni ben di Dio (cfr. ben di Dio); antiq. il tronc. come s. m. fuor di tali locuz.: sconvolgere il ben pubblico [Skonv0lJere il b$m p2bbliko] (Beccaria) — possibile solo per eccez. il tronc. (lett.) come s. m. pl.: Che permutasse a tempo li ben vani [ke ppermut#SSe a tt$mpo li b$n v#ni] (Dante); più ricco di ben paterni che di scienza [pLu rr&kko di b$m pat$rni ke ddi šš$nZa] (Boccaccio) — cfr. ben accetto; ben affetto; ben alzato; ben arrivato; ben avventurato; ben creato; ben disposto; ben educato; ben fare; ben fatto; ben intenzionato; ben levato; ben parlante; ben pensante; ben portante; ben tornato; ben tosto; ben trovato; ben veduto; ben visto; cfr. pure benamato; benanche; benandata; benaugurato; benavere; benessere; benestare; beninteso; bennato; benservito; benvolere; dabbene; ebbene; nota bene; orbene; perbene; sebbene; sibbene — sim. il pers. m. stor. Bene e i cogn. Ben, Dal Ben (e cfr. Del Ben), Bene, Beni, De Bene, De Beni, Del Bene, Di Bene; sim. anche il top. Bene, d’altre e diverse origini (es. B. Lario, Lomb.; B. Vagienna, Piem.)

DOP

Redatto in origine da
Bruno Migliorini
Carlo Tagliavini
Piero Fiorelli

 

Riveduto, aggiornato, accresciuto da
Piero Fiorelli
e Tommaso Francesco Bórri

 

Versione multimediale ideata e diretta da
Renato Parascandolo