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e [%+] cong. — es.: l’acqua e la terra [l #kkUa e lla t$rra]; tutt’e quattro [t2tt e kkU#ttro]; bell’e fatto [b$ll e ff#tto] — radd. sint. espresso dalla scrittura nei composti: es. ebbene, eccome, eppure, evviva — spesso ed davanti a voc., spec. davanti a e‑ (raro in ogni caso nell’uso parlato): ed essere [ed $SSere], ed avere [ed av%re]; in ogni caso, senza stacco tra il -d eufonico e la vocale seguente (quindi ed enologico e edeologico con uguale sillabaz., ed Elia [ed el&a] ben distinto da e D’Elia [e dd el&a]) — sempre ed, non e, in qualche locuz. come Adamo ed Eva [ad#mo ed $va] — sempre e (non ed) davanti alla prep. ad (es. e ad amici, non ed a amici, tanto meno ed ad amici) — sempre e (meno bene ed) davanti al gruppo iniz. ed‑: autori e editori; così pure, e (non ed) davanti a h- aspirata di nomi stranieri: e Heine [e h#inë]; così pure davanti a pausa: e, ancora, ripeto; così pure nel caso di e… e… «tanto… quanto…»: e al bene e al male — rara var. arcaica et [%t] davanti a voc., come forma eufonica (quando non sia puro fatto grafico), per latinismo o in qualche caso per dialettalismo: Fuma et arde il legume a te d’Aleppo Giunto e da Moca [f2ma et #rde il leg2me a tt% dd al$ppo J2nto e dda mm0ka] (Parini) — pn. originaria aperta [$+], regolare continuaz. del lat. et con e- breve, rimasta d’uso generale fino a tutto il ’700 (stando alle concordi attestaz. dei grammatici), in séguito fattasi chiusa per effetto della costante posiz. proclitica (chiusa, anche se per eccez. la cong. porti un acc. di frase: ho detto «e», non «o» [q dd%tto «%», non «1»]): sòrte comune alle cong. né e o — cfr. eh; et