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esigere [e@&Jere] v.; esigo [e@&go], ‑gi — pass. rem. esigetti [e@iJ$tti] o esigei [e@iJ%i]; part. pass., solo nell’uso burocr. o lett. col sign. di «riscosso», esatto [e@#tto] — es.: tutti i danari esatti da’ beni ecclesiastici [t2tti i dan#ri e@#tti da b$ni ekkle@L#Sti©i] (Guicciardini); se ne tornarono senza aver esatto niente [Se ne torn#rono S$nZa aver e@#tto nL$nte] (Calvino) — in luogo di esatto «riscosso», e in mancanza d’altro part. pass. nei restanti sign. («preteso; impósto»), da considerare anche la forma esigito [e@iJ&to] apparsa negli usi scritti non letterari intorno alla metà del ’900 e, in attesa di diffondersi anche nel parlato, riuscita sgradita ad alcuni non essendo esigere un verbo in -ire (apparente anomalia, peraltro da valutare meglio col paragone di esistere e altri dieci verbi in -sistere tutti dotati di part. pass. in -ito, magari anche con l’altro paragone dello sp. exigir col part. pass. exigido) — tutta confusa del resto, e sottoposta a tendenze innovative contrastanti d’origine non pop., la situaz. in generale dei verbi in -igere col part. pass. in -atto: anche redigere, anche transigere

DOP

Redatto in origine da
Bruno Migliorini
Carlo Tagliavini
Piero Fiorelli

 

Riveduto, aggiornato, accresciuto da
Piero Fiorelli
e Tommaso Francesco Bórri

 

Versione multimediale ideata e diretta da
Renato Parascandolo