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caelum [lat. ©$lum] s. m. (in it.) — voce lat. («cielo»), presente nell’uso it. in frasi e nomi propri (anche in altre forme della sua declinazione, e spec. nel genitivo caeli [©$li], «del cielo»): Pater noster, qui es in caelis… [p#ter n0Ster, kUi $S in ©$liS…] (parole con cui s’inizia il Paternostro); cfr. Regina caeli — spesso nella forma coelum [id.]: gf. tardiva, nata da una falsa etimol. (l’agg. gr. κοῖλος / koîlos «cavo»), un tempo però molto com., e più o meno fissata in alcuni nomi propri, spec. toponimi (es.: Coeli Aula, Scala Coeli; diversi nomi di monasteri, chiese e sim., tra cui più nota l’Aracoeli, propr. «altare del cielo», a Roma; e anche Regina Coeli, carcere della capitale); ma, almeno fuori di questi casi, meglio la gf. con -ae-