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desolare v.; desolo [de@0lo] — verbo di formaz. dòtta, dal lat. desolare con -o- lungo, quindi accentato sulla penultima nelle forme rizotoniche, come anche conferma senza contrasto la tradiz. del verso it.; regolari poi nella sillaba tonica l’-s- sonora e l’-o- aperto comuni alle altre parole dòtte, pure in mancanza d’esplicite attestaz., non essendo più sentita da tempo immemorabile la conness. originaria con solus «sólo» — es.: Scoppia il fulmine e cade la gragnuola, Che le campagne devasta e desola [Sk0ppLa il f2lmine e kk#de la gran’n’U0la, ke lle kamp#n’n’e dev#Sta e dde@0la] (Casti); Se l’odio altrui ti spoglia e ti desola [Se ll 0dLo altr2i ti Sp0l’l’a e tti de@0laSar$bbe St#ta diSf#tta e ddi@ol#ta] (Boccaccio) — attestata un’-s- sorda a Fir. nel ’600; ma oggi -s- sonora domin. in tutta Tosc., salvo sporadiche eccez., come pure in Alta Italia, non essendo sentita una separaz. dal prefisso de- — similm. -s- sonora nel fr. désoler [de@ol%] e nel port. desolar [@ul#r]; invece -s- perlopiù sorda nell’ingl. desolate [d$Sëleit]

DOP

Redatto in origine da
Bruno Migliorini
Carlo Tagliavini
Piero Fiorelli

 

Riveduto, aggiornato, accresciuto da
Piero Fiorelli
e Tommaso Francesco Bórri

 

Versione multimediale ideata e diretta da
Renato Parascandolo