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mirabilia [lat. mirab&lLa] s. f. o m. pl. (in it.) — usato di fatto, dal ’300 in qua, senz’articoli che lo dichiarino s. m. o s. f., e nemmeno sing. o pl.: di solito come complem. oggetto in immaginare, vedere mirabilia, promettere, fare mirabilia, dire, scrivere mirabilia, narrare, raccontare mirabilia — teoricam. più regolare intenderlo come s. m. pl. per rendere il neutro pl. del latino mirabilia «cose mirabili»: sempre che la resa avesse senso oggettivo e non allusivo e scherz. come ha realmente — indizi d’un mirabilia tradizionalm. inteso piuttosto come femm., nei rari ma concordanti esempi che s’incontrano fino almeno al ’500, di mirabilie [mirab&lLe], di tante mirabilia, anche di una mirabilia; senza con questo poter classificare mirabilia latinismo di tradiz. dòtta insieme coi femm. pl. di tradiz. popolare come le membra, le miglia e in antico le carra, le prata o le pratora — trattati sempre come m. pl. (in it.) i «Mirabilia Romae», titolo di varie guide alle «meraviglie di Roma» scritte ad uso dei pellegrini nei sec. XII-XIII con la descriz. dei maggiori monumenti pagani e cristiani dell’Urbe