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prodigare v.; prodigo [pr0digo], ‑ghi — dell’uso lett. antiq. la var. prodigalizzare: prodigalizzo [prodigal&zzo] (cfr. prodigo), di regola con senso cattivo («sperperare»); prodigare, d’altra parte, più spesso in senso traslato (riferito cioè non a danari o altri beni materiali) e con idea d’abbondanza o addirittura di liberalità: prodigare lodi, consigli, complimenti, sforzi — nel rifl., in ogni modo, solo prodigarsi («profondersi; impegnarsi generosamente»): prodigarsi in complimenti; prodigarsi per gli amici