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specie [Sp$©e] s. f.; inv. — es.: Sull’origine delle specie, tit. (in trad. it., 1864) della maggiore opera (1859) di Ch. Darwin; la specie umana e le altre specie animali; mercanzie d’ogni specie, di tutte le specie possibili; una specie di timore, non proprio timore ma una specie; una divinità sotto specie umana; le specie del pane e del vino, le sacre specie, le specie eucaristiche — dier. poet.: Caro dolore, e specie Gradevol di spavento [k#ro dol1re, e Sp$©i-e grad%vol di Spav$nto] (Parini) — raro spece [Sp$©e] (pl., rarissimo, -ci): forma che peraltro si lègge già in Dante, nel solo sing., in rima con fece e lece, poi, sempre sing., in Giusti e Saba, e nel pl. in Gozzano e Montale — cfr. fattispecie; spezie — freq. la pròstesi di i‑ nella locuz. in ispecie «specialmente»: per la miseria generale, prodotta da tante cause, e dal guasto militare in ispecie [per la mi@$rLa Jener#le, prod1tta da tt#nte k#u@e, e ddal gU#Sto milit#re in iSp$©e] (Manzoni); ma freq. anche in specie senza pròstesi (oltre che specie assol.): E sassi in specie non ne tiro più [e SS#SSi in Sp$©e non ne t&ro pL2] (Carducci) — un es. di in ispecie in altro contesto: e quei converse In ispecie divina l’elemento Indomito [e kkU%i konv$rSe in iSp$©e div&na l elem%nto ind0mito] (D’Annunzio)