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tregua [tr%gUa o tr$gUa] (ant. triegua [trL$gUa]) s. f. — certam. aperta l’-e- nell’ant. triegua; concordi per l’aperta le attestaz. tosc. del ’600, pur dopo scomparso il dittongo -ie-; livellata poi la pronunzia (benché solo in un secondo tempo, teste C. Cittadini) alla chiusura già avvenuta nella terminaz. di adeguo, dileguo, seguo; quindi -e- chiusa preval. nelle registraz. dei dizionari — oggi in Tosc., più che una diversità da luogo a luogo, una diffusa incertezza tra le due pronunzie; e nelle altre regioni, cominciando da Roma e dall’It. mediana, una preferenza più o meno netta per l’aperta — non risolutive le ragioni dell’etimologia (che muove da diverse lingue germaniche con diverse forme), e superate dalla distribuz. delle pronunzie nel tempo e nello spazio — cfr. stregua