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uno [2no] num., pron., art. — come num. e art. masch., tronc. (un, senz’apostrofo) davanti al suo sost. o agg., se questo comincia per voc., U, cons. pronunziata scempia, gruppo di muta + liquida (b, d, f, g, k, p, t, v + l, r): un asse stradale (masch.; err. un’), un insegnante (err. un’, se l’insegnante è uomo); un amico, un uomo, un avvocato (non un’amico, un’uomo, un’avvocato, e nemmeno un’avvocato donna), un nemico, un bruto; non sempre, se comincia per L, n’, pn, pS: un (o uno) iettatore, uno (o un) psicologo; mai, se comincia per altri gruppi di consonanti oppure per l’, š, Z, z: uno spreco, uno sciame, uno zoppo, uno zotico; ma in passato, fino all’800, perlopiù anche davanti a z- sorda o sonora: un zoppo, un zotico — come num. non seguìto dal suo sost. o agg., tronc. di regola nella locuz. lett. in un con «insieme con»: in un con l’usignol che sempre piagne [in 2j kon l u@in’n’0l ke SS$mpre pL#n’n’e] (Leopardi); così pure nella locuz. scherz. andar nell’un via uno «non concluder nulla»; spesso anche nelle locuz. un, due e tre (o uno, due e tre) e l’un (o l’uno) per cento o per mille — come pron. masch., tronc. (un), di rado, nell’uso lett. o tosc., se seguìto da qualche parola che lo determini meglio: disse un di que’ due [d&SSe un di kUe d2e] (Manzoni); solo nell’uso lett., se usato assol.: per ogni lato che un lo guardi [per 1n’n’i l#to ke un lo gU#rdi] (Manzoni); un disse: «Vinceremo» [un d&SSe: «vin©er%mo»] (D’Annunzio); ma nell’uso più com., sempre nella forma intera, salvo in l’un l’altro (l’un con l’altro, l’un per l’altro, ecc.: due secoli, L’un contro l’altro armato [due S$koli, l 2j kontro l #ltro arm#to], Manzoni; anche l’uno con…, l’uno per…, e sempre senza tronc. l’uno all’altro), col suo femm. l’un l’altra — come num. e art. femm., elis. (un’) davanti al suo sost. o agg., se questo comincia per voc. tonica: un’asse d’abete (femm.; err. un senz’apostrofo), un’arma; non sempre, se comincia per voc. atona o semicons.: un’armatura [un armat2ra] (meno com. una armatura [id. o una armat2ra]), un’avvocata [un avvok#ta] (meno com. una avvocata [id. o una avvok#ta]), un’uosa [un U0@a] o una uosa [una U0@a], un’insegnante [un inSen’n’#nte], un’ex custode [un HkS kuSt0de] (err. un, se l’insegnante o l’ex custode è donna) o una insegnante [una inSen’n’#nte], una ex custode [una HkS kuSt0de] (forma non troncata impossibile nel masch.) — elis. evitata spesso (soprattutto nel parlato), sempre nel num. e art. femm., davanti ad a- atona quando ne potrebbero nascere equivoci: il matrimonio tra un cattolico e una acattolica, da non confondere con … e una cattolica — sempre una, nel femm., davanti a cons. e come pron.: una casa moderna e una antica (senza l’elis. normale per l’art. femm.: un’antica casa); unica eccezione, l’un l’altra (con lo stesso tronc. del masch. l’un l’altro): si raccontavano l’un l’altra i loro sogni di miracolosi ritrovamenti [Si rakkont#vano l un l #ltra i l1ro S1n’n’i di mirakol1Si ritrovam%nti] (Lampedusa) — pl. m. uni, pl. f. une in gli uni e gli altri, le une e le altre; e nell’uso poet. come agg. («uniti»): Liberi non sarem se non siam uni [l&beri non Sar%n Se nn1n SLam 2ni] (Manzoni) — pl. m. uno (fam. uni) come sost. («numeri 1»): undici si scrive con due uno (fam. con due uni) — cfr. Swatch