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Pattolo [patt0lo] o Pactolo top. m. stor. (od. Turchia) |
Quello di Pattolo, pronunziato patt0lo (con l’accento tonico sul primo o, aperto, come in campagnolo, figliolo, ghiacciolo), o di Pactolo come pure si scrive (senza l’assimilazione del gruppo consonantico del greco Πακτωλός / Paktolós, e con una pronunzia che qui non si dà, ma si può cercare sotto la voce di rinvio, dove si trova indicato pakt0lo), è un toponimo (un nome proprio di luogo) maschile storico (maschile, in quanto vuole l’articolo maschile, il Pattolo o il Pactolo; storico, in quanto si riferisce alla geografia dell’evo antico); e l’entità geografica da esso designata (che è, nella fattispecie, un fiume, oggi di nessuna importanza, il cui nome moderno, Sartçay, non è registrato nel «Dizionario») si trova nel territorio di quella che oggi si chiama Turchia (ma che non si chiamava ancóra così quando il fiume aveva il nome di Pattolo). |
— es. con acc. scr.: Nel lidio Pattòlo [nel l&dLo patt0lo] (D’Annunzio) |
A conferma della pronunzia patt0lo (ch’è del resto regolare, sia quanto all’accento sulla penultima sillaba, conforme alla trascrizione latina Pactolus [pakt0luS], con -o- lungo, della forma greca originaria, sia quanto al timbro dell’-o-, che in una voce dòtta come questa non potrebbe che essere aperto) si cita infine un verso del D’Annunzio, in cui il poeta stesso ha scritto Pattòlo con un accento grave sul primo o. |